LETTERA CIRCOLARE APRILE 2018
IL PERIODO DI TEMPO FINO AL CONCILIO DI NICEA
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Nella prima lettera alle sette chiese, in Apocalisse 2:2, il Signore loda la Sua Chiesa: “Io conosco le tue opere, la tua fatica, la tua costanza; so che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli ma non lo sono e che li hai trovati bugiardi”.
Paolo espresse la sua preoccupazione in molte epistole, particolarmente nelle esortazioni ai Tessalonicesi e a Timoteo, cioè che sarebbe venuta l’apostasia dalla vera fede. L’apostolo dovette rimproverare la chiesa di Corinto: “Ma temo che, come il serpente sedusse Eva con la sua astuzia, così le vostre menti vengano corrotte e sviate dalla semplicità e dalla purezza nei riguardi di Cristo. Infatti, se uno viene a predicarvi un altro Gesù, diverso da quello che abbiamo predicato noi, o se si tratta di ricevere uno spirito diverso da quello che avete ricevuto, o un vangelo diverso da quello che avete accettato, voi lo sopportate volentieri” (2. Corinzi 11:3-4).
In Galati 1:6-8 l’apostolo pronunciò la maledizione su tutti coloro che annunciano un altro vangelo: “Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi predicasse un evangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia maledetto”. La faccenda è seria, molto seria.
Come il serpente all’inizio della creazione naturale nel giardino di Eden seminò il dubbio verso la parola che Dio il Signore aveva detto ad Adamo con l’argomento: “Ha Dio veramente detto … ?”, e così sorse l’incredulità e la seduzione di Eva fu possibile. Allo stesso modo è avvenuto nel tempo degli apostoli che volgeva al suo termine e dopo, fino ad oggi: il dubbio verso la Parola, l’incredulità, la disubbidienza, la caduta della chiesa, cioè l’apostasia dalla Parola. (Le due immagini a pagina 8 sono una buona illustrazione riguardo al giardino di Eden.)
La Parola di Dio è stata messa in dubbio, sono state introdotte delle proprie interpretazioni e dottrine. Ovunque ciò avvenne, tutta l’adorazione fu vana, come il Signore dovette dire in quel tempo ai Giudei: “Ben profetizzò Isaia di voi, ipocriti, com’è scritto: «Questo popolo Mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da Me. Invano Mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini»” (Marco 7:6-7). Anche ciò che Gesù disse agli scribi, che avevano le loro proprie dottrine, vale ancora oggi: “A Me, perché Io dico la verità, voi non credete… Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non le ascoltate; perché non siete da Dio” (Giov. 8:45 e 47). Ci sono ancora sempre due diverse semenze spirituali: “Ed Egli, rispondendo, disse loro: «Colui che semina la buona semenza, è il Figliuol dell’uomo; il campo è il mondo, la buona semenza sono i figliuoli del Regno; le zizzanie sono i figliuoli del maligno»” (Matteo 13:37-38).
L’adorazione verace di Dio può provenire soltanto da un cuore rigenerato e puro. Il nostro Signore disse: “Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in Spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. Dio è Spirito; e quelli che L’adorano, bisogna che L’adorino in Spirito e verità” (Giov. 4:23-24). Chi non adora Dio condotto dallo Spirito secondo la Parola di Dio, adora Dio invano.
Nella seconda epistola ai Tessalonicesi, nel capitolo 2, fu già predetto da Paolo l’apostasia conclusiva e colui che rappresenta l’uomo del peccato: “… l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e proclamandosi Dio” (2. Tessalonicesi 2:4). “… con ogni tipo d’inganno e d’iniquità a danno di quelli che periscono perché non hanno aperto il cuore all’amore della verità per essere salvati. Perciò Dio manda loro una potenza d’errore perché credano alla menzogna” (2. Tessalonicesi 2:10-11).
Chi non rispetta e non crede alla Parola di Dio quale unica Verità valida per sé e per la Chiesa, è condannato a credere alle menzogne religiose. È incomprensibile tutto quello che avvenne nel tempo post-apostolico: degli uomini che venivano onorati come padri della chiesa, hanno esposto le loro dottrine influenzate dal paganesimo e hanno trovato dei seguaci. I cosiddetti padri della chiesa erano delle personalità cristiane, ma non degli apostoli di Gesù Cristo. Nessuno tra loro aveva una vera chiamata divina. I più conosciuti sono Atanasio, Agostino e Geronimo.
Questi erano degli uomini provenienti dal paganesimo ellenistico, che spesso non avevano sperimentato neanche una vera conversione a Cristo, che si trovavano ancora nella superstizione e portarono le loro proprie idee nel Cristianesimo.
Dall’anno 313 ebbe luogo un sviluppo tragico, quando l’imperatore Costantino dichiarò ufficialmente il Cristianesimo — diventato frattempo mondano — quale religione di Stato. Dal 20 maggio al 25 luglio 325, l’imperatore Costantino invitò i vescovi delle diverse correnti di fede al Concilio di Nicea. In quel tempo c’erano già 127 direzioni cristiane nei paesi che appartenevano all’Impero Romano. Dopo aspre liti e discussioni sotto la presidenza di Atanasio, venne formulato un credo trinitario completamente non biblico che non tutti approvarono. In esso viene detto riguardo al Figlio di Dio:«… Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, Unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre...» (Väter der Christenheit, pag. 40).
Fino ad oggi, Dio non ha generato nessun “Figlio” eterno, tantomeno partorito. Non c’è mai stato un Figlio eterno. Nel corso dei 4000 anni dell’Antico Testamento nessun profeta ha parlato di un Padre nel cielo o perfino di un Figlio, ma più di quattromila di Dio il Signore — Elohim JAHWEH.Nelle epistole degli apostoli, troviamo fin da Romani 1:7 sempre di nuovo le parole di saluto: “Grazia a voi e pace da Dio nostro Padre, e dal Signore Gesù Cristo”. Però neanche una sola volta sta scritto: «… da Dio il Figlio» oppure: «… da Dio lo Spirito Santo». Come è certo che il Dio eterno Elohim si è rivelato quale Signore/JAHWEH , che camminava nel giardino di Eden in forma visibile e che creò Adamo alla Sua immagine, così lo stesso Dio, quale Padre nel cielo, si è rivelato sulla terra nel Suo Figlio unigenito. Pertanto il Signore Gesù poteva dire: “Chi ha visto Me, ha visto il Padre…” (Giov. 14:9). Per redimerci, Dio si è rivelato in un corpo di carne: “E, senza alcun dubbio, grande è il mistero della pietà: Dio è stato manifestato in carne…” (1. Timoteo 3:16).
In molti passi dell’Antico Testamento troviamo la promessa della nascita del Figlio quale Redentore. Eccone alcuni: “Io sarò per Lui un Padre ed Egli sarà Figlio” (2. Samuele 7:14).
“Io annuncerò il decreto: Il Signore Mi ha detto: «Tu sei Mio Figlio, oggi Io T’ho generato»” (Salmo 2:7). “Signore, Tu Mi hai tratto dal ventre di Mia madre…” (Salmo 22:10-11).
“Egli M’invocherà, dicendo: «Tu sei Mio Padre, Mio Dio, e la Rocca della Mia salvezza». Io inoltre Lo costituirò Mio Primogenito, il più eccelso dei re della terra” (Salmo 89:26-27).
“Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un Figlio…” (Isaia 7:14). “Poiché un Fanciullo ci è nato, un Figliuolo ci è stato dato, e l’Imperio riposerà sulle Sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace…” (Isaia 9:5) – però mai: «Figlio eterno»!
“Ma tu, o Betlemme Efratah, anche se sei piccola… da te uscirà per Me Colui che sarà Dominatore in Israele…” (Michea 5:1).
Quando il tempo era compiuto, ecco che ciò avvenne. Così scrive Matteo subito nel primo capitolo: “Or tutto ciò avvenne affinché si adempisse quello che era stato detto dal Signore, per mezzo del profeta che dice (Isaia 7:14): «Ecco, la vergine sarà incinta e partorirà un Figlio, il quale sarà chiamato Emmanuele che, interpretato, vuol dire: ‹Dio con noi›»” (Matteo 1:22-23).
Nei capitoli 1 e 2 del Vangelo di Luca ci viene descritto con esattezza tutto ciò che è in relazione con la nascita del Figlio di Dio: “E l’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco tu concepirai nel seno e partorirai un Figliuolo e Gli porrai Nome Gesù (in ebraico: Yahshua)… Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà dell’ombra Sua; perciò ancora il Santo che nascerà, sarà chiamato Figliuolo di Dio”. … E Maria disse: «Ecco, io son l’ancella del Signore; siami fatto secondo la tua parola»” (Luca 1:30-31, 35, 38).
Una voce grida forte: «Ascoltate questo, voi popoli tutti!». Questa è l’ora della Verità! Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito ha da dire alla Chiesa: Solo ciò che sta scritto nella Bibbia è biblico e solo ciò che è stato insegnato e praticato dagli apostoli è apostolico. Il credo trinitario — erroneamente chiamato «Credo apostolico», venne formulato nell’anno 325 al Concilio di Nicea e definito nel 381 a Costantinopoli — non ha proprio nulla in comune con la confessione veramente apostolica della Chiesa primitiva. Al Concilio di Nicea, il Figlio è stato dichiarato quale seconda persona, al Concilio di Costantinopoli lo Spirito Santo quale terza persona della Deità. Già nel 385, pochi anni dopo, Geronimo fece un’aggiunta nella sua versione in latino della Vulgata al settimo versetto di 1Giovanni 5, cioè: “Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza nel cielo: il Padre, la Parola e lo Spirito Santo; e questi tre sono uno”. Trecento anni dopo gli apostoli, non era rimasto quasi più niente della loro dottrina.
Nella prima lettera di Giovanni, capitolo 5, versetto 7, nel testo originale in ebraico e in greco, sta scritto soltanto: “Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza…”, poi segue: “… lo Spirito, l’acqua e il sangue, e i tre sono concordi. [Oppure: “e i tre sono uno”]. Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è maggiore; e la testimonianza di Dio è quella che Egli ha reso al Figlio Suo” (1. Giovanni 5:8-9; Matteo 3:17; Matteo 17:5). L’apostolo Pietro poteva testimoniare: “E noi l’abbiamo udita questa voce che veniva dal cielo, quando eravamo con Lui sul monte santo” (2.Pietro 1:18).
Martin Lutero ha rigettato la traduzione Vulgata della Bibbia. Invece, John Wycliff ha tradotto dalla Vulgata in lingua inglese e, perciò, si trova ancora oggi il testo aggiunto nella versione del «Re Giacomo».
Anche se viene annotato a pié pagina che questo testo dei tre nel cielo non sta scritto nell’originale, tuttavia si può leggere quest’aggiunta in tutte le traduzioni che risalgono alla Vulgata. Nelle edizioni in lingua tedesca, che sia per esempio nella versione «Zürcher Bibel» del 1535 o nella Bibbia di Lutero del 1543 e fino ad oggi, che Dio sia ringraziato, troviamo una resa fedele del testo originale.
La Bibbia consta di due Testamenti, l’Antico e il Nuovo. Nulla deve essere aggiunto, nulla deve essere cambiato ad un testamento. L’apostolo Paolo scrive: “Fratelli, io parlo secondo le usanze degli uomini: quando un testamento è stato validamente concluso, pur essendo soltanto un atto umano, nessuno lo annulla o vi aggiunge qualcosa” (Galati 3:15).
Alla fine del Nuovo Testamento, in Apocalisse 22:18-19, sta scritto questo duplice avvertimento: “Io lo dichiaro a chiunque ode le parole della profezia di questo libro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i flagelli descritti in questo libro; se qualcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dell’Albero della vita e della santa Città che sono descritti in questo libro”.
Nel quarto secolo, quando sorsero delle chiese cristiane, ogni dottrina biblica venne abolita e Gesù Cristo, il Redentore, divenne di secondaria importanza. Neanche una delle decisioni dei Concili o dei dogmi che sono stati proclamati nel corso della storia della chiesa è biblica. Inoltre, la Bibbia non sa nulla di un vicario di Cristo o di un successore di Pietro. La chiesa cattolica ha dato una diversa interpretazione delle parole di Gesù in Matteo 16:18 riferendole alla carica del Papa. Ma lì, il Signore Gesù non ha detto a Pietro: “… su te Io edificherò la Mia Chiesa…”, ma: “… sopra questa roccia Io edificherò la Mia Chiesa” — e la Roccia è Gesù Cristo.
Una voce grida forte: «Udite questo, voi popoli tutti»: Nessuna chiesa statale o altra è la Chiesa edificata da Cristo, il Redentore, né la cattolica né la ortodossa, né la copta né la caldea, né la siriana né l’egiziana.
Tutte sono delle chiese cristiane, ma non la Chiesa di Gesù Cristo. La Chiesa di Gesù Cristo consta soltanto di credenti scritturali, cioè che credono così come dice la Scrittura. Il tragico è che ogni chiesa, anche quella anglicana e quella luterana, trasmette ai loro membri l’impressione che la loro salvezza sia garantita. Ma, fino ad oggi, nessuna chiesa ha salvato qualcuno. Tutte le persone, però, di tutte le chiese e religioni, possono essere salvate tramite la fede in Gesù Cristo, tramite la personale esperienza di salvezza della conversione: “Ravvedetevi dunque e convertitevi, affinché i vostri peccati siano cancellati…” (Atti 3:19).
Gli imperatori, i re e i dominatori hanno determinato la religione di un paese. Così il mondo è stato diviso in religioni: qui il buddismo, là l’induismo, lo scintoismo; qui i sunniti, là i schiiti, laggiù gli aleviti e gli alawiti; qui i cattolici, là i protestanti. In Asia e in Africa, i capotribù hanno stabilito la religione. Dio, però, non è in nessuna religione. Dio si è rivelato soltanto in Gesù Cristo, e soltanto in Lui, nel Redentore, possiamo incontrare Dio: “Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con Sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione…” (2. Corinzi 5:19).
Nelle chiese cristiane, la fede in Gesù Cristo che reca salvezza è stata sostituita dai sacramenti, benché la Bibbia testimonia chiaramente della fede personale: “Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato” (Marco 16:16). Secondo la dottrina della chiesa, l’aspersione, cioè il versare acqua sulla fronte di un lattante o di un adulto, dovrebbe essere la nuova nascita d’acqua e di Spirito (Giovanni 3:5), ma, in realtà, non lo è affatto. L’aspersione risale a Costantino che, nell’anno 337, giacente sul letto di morte, fu asperso tre volte sulla fronte dal vescovo Eusebio che, quale primo, ha usato la formula trinitaria «nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» e, così, Costantino dovrebbe essere diventato cristiano, però, fino alla sua morte, ha invocato «Sol», il dio del sole.
Anche la Santa Cena, ossia la Comunione, è stata interpretata in modo totalmente diverso, benché fosse descritta in modo più che chiaro in 1. Corinzi 10:14-22: “Il calice della benedizione, che noi benediciamo, non è forse la comunione con il Sangue di Cristo? Il pane che noi rompiamo, non è forse la comunione con il Corpo di Cristo? Siccome vi è un unico pane, noi, che siamo molti, siamo un Corpo unico, perché partecipiamo tutti a quell’unico pane”.
Non sta scritto assolutamente niente nella Parola di Dio di una trasformazione del pane, ossia dell’ostia nel Corpo di Cristo e neanche del vino nel Sangue di Cristo. Al contrario: Il nostro Signore disse: “Io vi dico che d’ora in poi non berrò più di questo frutto della vigna, fino al giorno che lo berrò nuovo con voi nel Regno del Padre Mio” (Matteo 26:29). In 1. Corinzi 11:23-34 sta anche scritto: “Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché Egli venga”. Il riformatore svizzero, Ulrico Zwingli, ha rigettato la dottrina della transustanziazione durante il sacrifico della messa e ha difeso il punto di vista biblico: «… E dunque la messa è in fondo nient’altro che una negazione dell’unico sacrificio e della passione di Gesù Cristo e un’idolatria maledetta» (Catechismo di Heidelberg, Domanda 80).
Cristo non deve essere sacrificato di nuovo quotidianamente dal sacerdote, ma Egli si è sacrificato una volta per sempre e ha compiuto la redenzione valida in eterno. Così sta scritto nella Parola di Dio: “Ma Cristo… entrò una volta per sempre nel santuario, non con sangue di capri e di vitelli, ma col proprio Sangue, avendo acquistato una redenzione eterna” (Ebrei 9:12). Amen.
“… quanto più il Sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offerse Se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la vostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!” (Ebrei 9:14).
“Per mezzo di questa volontà, noi siamo santificati mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre” (Ebrei 10:10). Amen.
La Bibbia non conosce né beatificazione né canonizzazione dei morti. Nel Sermone sul Monte (Matteo cap. 5), il Signore Gesù ha dato ai credenti viventi nove beatitudini; una di queste è: “Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio”, e così via. Per i Suoi veri discepoli vale ancora oggi: “Ma beati gli occhi vostri, perché vedono; e i vostri orecchi, perché odono!” (Matteo 13:16).
“E avverrà che chiunque avrà invocato il Nome del Signore sarà salvato” (Atti 2:21).
“Beato e santo è colui che partecipa alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la morte seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con Lui quei mille anni” (Apocalisse 20:6).
Così la vergine Maria, che aveva trovato grazia agli occhi di Dio, è stata chiamata beata per la sua fede: “Ora, beata è colei che ha creduto, perché le cose dettele da parte del Signore avranno compimento” (Luca 1:45).
Benché eletta per essere la madre del Redentore, anche Maria dovette sperimentare il battesimo dello Spirito Santo il giorno di Pentecoste.
In Atti 1:14 viene menzionata per l’ultima volta insieme ai 120 che erano radunati per la preghiera nell’alto solaio: “Tutti questi perseveravano concordi nella preghiera, con le donne, e con Maria, madre di Gesù, e con i fratelli di Lui”. Il concetto «madre di Dio» non esiste affatto nella Bibbia.
Elisabetta disse: “Come mai mi è dato che la madre del mio Signore venga da me?” (Luca 1:43).
Nessuna dottrina, nessuna pratica, nulla nella chiesa dell’impero concorda ancora con Dio e con la Parola di Dio. Ogni dottrina è stata cambiata e soltanto decorata con delle citazioni bibliche. Ecco che non servono neanche alcune dichiarazioni come per esempio: «Non può avere Dio per Padre chi non ha la chiesa per madre». La Bibbia non sa nulla di una assunzione corporale di Maria, neanche di apparizioni di Maria, al contrario, la Bibbia testimonia: “Or nessuno è salito in cielo, se non Colui che è disceso dal cielo, cioè il Figlio dell’uomo che è nel cielo" (Giovanni 3:13).
La Bibbia non sa neanche nulla del fatto che è mediatrice. Sta piuttosto scritto: “Infatti c’è un solo Dio e anche un solo Mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù Uomo” (1. Timoteo 2:5). Di Maria quale interceditrice, non se ne parla affatto, bensì: “Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il Giusto. Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo” (1. Giovanni 2:1-2). Amen.
Lo sviluppo tragico ha preso il suo corso dal riconoscimento del Cristianesimo quale chiesa di Stato. Con l’introduzione della dottrina della Trinità, le parole dell’ordine di missione di Matteo 28:19, dove si tratta del Nome del Patto neotestamentario, in cui Dio si è rivelato quale Padre nel Figlio e tramite lo Spirito Santo, Nome in cui deve essere battezzato, sono state stabilite quale formula: «nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo», formula totalmente estranea alla Bibbia.
Per la Chiesa di Gesù Cristo vale ancora oggi: “E qualunque cosa facciate, in parola o in opera, fate ogni cosa nel Nome del Signor Gesù, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di Lui” (Colossesi 3:17).
Ora viene preteso dai Giudei di riconoscere la «Trinità». Non potevano assolutamente accettare un Dio uno e trino, oppure quale triade, perché già il primo comandamento uscito dalla bocca di Dio era: “Io sono il Signore, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dèi oltre a Me. Non farti scultura, né immagine alcuna…” (Esodo 20:2-4). “Sappi dunque oggi e ritieni bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli, e quaggiù sulla terra; e che non ve n’è alcun altro” (Deuteronomio 4:39).
Con l’introduzione della confessione di fede trinitaria iniziò anche la persecuzione dei Giudei. Furono maledetti ed etichettati come assassini di Cristo e di Dio. «Vendichiamo la morte del Crocifisso su loro!» fu annunciato ad alta voce. Nel 321 fu vietata ai Giudei l’osservanza del sabato e dovettero osservare la domenica; le sinagoghe furono trasformate in stalle per il bestiame.
La storia della Chiesa dimostra l’enorme differenza tra la Chiesa di Gesù Cristo e la chiesa ufficiale dell’impero tramite la seguente dichiarazione:«Papa e imperatore quali portatori di un ordine mondiale cristiano» (Grosse illustrierte Kirchengeschichte, pag. 74). «A questa sua autorità (del Papa) appartengono due spade, la spirituale e la temporale – così insegna l’Evangelo (Luca 22:38). … Entrambe le spade appartengono dunque all’autorità della chiesa, la spirituale e la temporale. Però una è per la chiesa, l’altra è da condurre dalla chiesa: una tramite la mano del sacerdote, l’altra dai re e soldati, tuttavia secondo l’incarico e l’approvazione del sacerdote» (Grosse illustrierte Kirchengeschichte, pag. 94).
Ci rendiamo conto del loro totale accecamento: Le due spade che un uomo portava su di sé (Luca 22:36-38) che vengono citate in relazione con le sofferenze di Cristo, furono usate indebitamente quale giustificazione per l’esercizio del potere. Come era possibile che da ciò si arrivò alla conclusione che siano state date alla chiesa due spade, vale a dire la spirituale e la temporale? Il Redentore stesso, in questo contesto, diede la dichiarazione che sarebbe stato giustiziato come un malfattore: “Perché Io vi dico che in Me dev’essere adempiuto ciò che è scritto: «Egli è stato contato tra i malfattori. Infatti, le cose che si riferiscono a Me, stanno per compiersi»” (Luca 22:37).
Alla Chiesa di Gesù Cristo è stata data soltanto «la Spada dello Spirito» che simboleggia la Parola di Dio: “Prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la Parola di Dio” (Efesini 6:17) — però mai si è trattato di una spada temporale! La Chiesa di Gesù Cristo non ha mai perseguitato altre, ma essa stessa è stata perseguitata; ciò lo dimostra la storia. Agli apostoli il Signore disse: “Ricordatevi della parola che vi ho detta: «Il servo non è più grande del suo signore». Se hanno perseguitato Me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la Mia parola, osserveranno anche la vostra” (Giovanni 15:20). Il nostro Redentore ha aggiunto ai 10 comandamenti ancora uno: “Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come Io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri” (Giovanni 13:34).
Tramite la “dottrina delle due spade” della chiesa, il comandamento: “Non uccidere!” è stato abolito e l’uccidere è diventato un comandamento. I papi usarono la spada terrena e tutti coloro che non si piegarono erano abbandonati in balia della morte. Chi legge il discorso che papa Urbano II tenne il 27 novembre 1095 a Clermont e in cui incita i crociati ad uccidere tutti i nemici, rimane colpito. Ai crociati furono garantiti il perdono e la remissione dei loro peccati. Nel 1099, quando l’esercito conquistò Gerusalemme, diecimila Giudei e Musulmani e altri furono assassinati. Durante le sette crociate, tra il 1095 e il 1272, milioni subirono la stessa sorte. La cristianizzazione forzata, l’inquisizione, la persecuzione delle persone di credenza diversa, la condanna al rogo delle streghe fino all’assassinio di migliaia di Ugonotti in Francia in una unica notte, cioè dal 23 al 24 agosto 1572: Tutto ciò avvenne «in onore della santissima Trinità», «nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo».
Una voce grida forte: In tutti i tempi ci furono anche dei risvegli spirituali. I veri credenti scritturali erano sempre esposti alle persecuzione da parte della chiesa e abbastanza spesso abbandonati alla morte, sia che fossero gli Albigesi, i Valdesi, i Catari, i Fratelli Boemi e altri.
Così anche Jan Huss, a cui la Parola di Dio era diventata particolarmente preziosa, fu arso sul rogo il 6 luglio 1415 a Costanza mentre i padri del Concilio lo deridevano. Il suolo è stato impregnato con il sangue dei martiri. La colpa di cui si sono caricati i papi romani è unica sulla terra: “In lei è stato trovato il sangue dei profeti e dei santi e di tutti quelli che sono stati uccisi sulla terra” (Apocalisse 18:24). Al giudizio finale saranno riconosciuti colpevoli davanti alle vittime che loro stessi fecero assassinare in massa.
Nella prima lettera alle sette chiese, in Apocalisse 2:2, il Signore loda la Sua Chiesa: “Io conosco le tue opere, la tua fatica, la tua costanza; so che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli ma non lo sono e che li hai trovati bugiardi”.
Paolo espresse la sua preoccupazione in molte epistole, particolarmente nelle esortazioni ai Tessalonicesi e a Timoteo, cioè che sarebbe venuta l’apostasia dalla vera fede. L’apostolo dovette rimproverare la chiesa di Corinto: “Ma temo che, come il serpente sedusse Eva con la sua astuzia, così le vostre menti vengano corrotte e sviate dalla semplicità e dalla purezza nei riguardi di Cristo. Infatti, se uno viene a predicarvi un altro Gesù, diverso da quello che abbiamo predicato noi, o se si tratta di ricevere uno spirito diverso da quello che avete ricevuto, o un vangelo diverso da quello che avete accettato, voi lo sopportate volentieri” (2. Corinzi 11:3-4).
In Galati 1:6-8 l’apostolo pronunciò la maledizione su tutti coloro che annunciano un altro vangelo: “Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi predicasse un evangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia maledetto”. La faccenda è seria, molto seria.
Come il serpente all’inizio della creazione naturale nel giardino di Eden seminò il dubbio verso la parola che Dio il Signore aveva detto ad Adamo con l’argomento: “Ha Dio veramente detto … ?”, e così sorse l’incredulità e la seduzione di Eva fu possibile. Allo stesso modo è avvenuto nel tempo degli apostoli che volgeva al suo termine e dopo, fino ad oggi: il dubbio verso la Parola, l’incredulità, la disubbidienza, la caduta della chiesa, cioè l’apostasia dalla Parola. (Le due immagini a pagina 8 sono una buona illustrazione riguardo al giardino di Eden.)
La Parola di Dio è stata messa in dubbio, sono state introdotte delle proprie interpretazioni e dottrine. Ovunque ciò avvenne, tutta l’adorazione fu vana, come il Signore dovette dire in quel tempo ai Giudei: “Ben profetizzò Isaia di voi, ipocriti, com’è scritto: «Questo popolo Mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da Me. Invano Mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini»” (Marco 7:6-7). Anche ciò che Gesù disse agli scribi, che avevano le loro proprie dottrine, vale ancora oggi: “A Me, perché Io dico la verità, voi non credete… Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non le ascoltate; perché non siete da Dio” (Giov. 8:45 e 47). Ci sono ancora sempre due diverse semenze spirituali: “Ed Egli, rispondendo, disse loro: «Colui che semina la buona semenza, è il Figliuol dell’uomo; il campo è il mondo, la buona semenza sono i figliuoli del Regno; le zizzanie sono i figliuoli del maligno»” (Matteo 13:37-38).
L’adorazione verace di Dio può provenire soltanto da un cuore rigenerato e puro. Il nostro Signore disse: “Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in Spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. Dio è Spirito; e quelli che L’adorano, bisogna che L’adorino in Spirito e verità” (Giov. 4:23-24). Chi non adora Dio condotto dallo Spirito secondo la Parola di Dio, adora Dio invano.
Nella seconda epistola ai Tessalonicesi, nel capitolo 2, fu già predetto da Paolo l’apostasia conclusiva e colui che rappresenta l’uomo del peccato: “… l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e proclamandosi Dio” (2. Tessalonicesi 2:4). “… con ogni tipo d’inganno e d’iniquità a danno di quelli che periscono perché non hanno aperto il cuore all’amore della verità per essere salvati. Perciò Dio manda loro una potenza d’errore perché credano alla menzogna” (2. Tessalonicesi 2:10-11).
Chi non rispetta e non crede alla Parola di Dio quale unica Verità valida per sé e per la Chiesa, è condannato a credere alle menzogne religiose. È incomprensibile tutto quello che avvenne nel tempo post-apostolico: degli uomini che venivano onorati come padri della chiesa, hanno esposto le loro dottrine influenzate dal paganesimo e hanno trovato dei seguaci. I cosiddetti padri della chiesa erano delle personalità cristiane, ma non degli apostoli di Gesù Cristo. Nessuno tra loro aveva una vera chiamata divina. I più conosciuti sono Atanasio, Agostino e Geronimo.
Questi erano degli uomini provenienti dal paganesimo ellenistico, che spesso non avevano sperimentato neanche una vera conversione a Cristo, che si trovavano ancora nella superstizione e portarono le loro proprie idee nel Cristianesimo.
Dall’anno 313 ebbe luogo un sviluppo tragico, quando l’imperatore Costantino dichiarò ufficialmente il Cristianesimo — diventato frattempo mondano — quale religione di Stato. Dal 20 maggio al 25 luglio 325, l’imperatore Costantino invitò i vescovi delle diverse correnti di fede al Concilio di Nicea. In quel tempo c’erano già 127 direzioni cristiane nei paesi che appartenevano all’Impero Romano. Dopo aspre liti e discussioni sotto la presidenza di Atanasio, venne formulato un credo trinitario completamente non biblico che non tutti approvarono. In esso viene detto riguardo al Figlio di Dio: «… Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, Unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre...» (Väter der Christenheit, pag. 40).
Fino ad oggi, Dio non ha generato nessun “Figlio” eterno, tantomeno partorito. Non c’è mai stato un Figlio eterno. Nel corso dei 4000 anni dell’Antico Testamento nessun profeta ha parlato di un Padre nel cielo o perfino di un Figlio, ma più di quattromila di Dio il Signore — Elohim JAHWEH. Nelle epistole degli apostoli, troviamo fin da Romani 1:7 sempre di nuovo le parole di saluto: “Grazia a voi e pace da Dio nostro Padre, e dal Signore Gesù Cristo”. Però neanche una sola volta sta scritto: «… da Dio il Figlio» oppure: «… da Dio lo Spirito Santo». Come è certo che il Dio eterno Elohim si è rivelato quale Signore/JAHWEH , che camminava nel giardino di Eden in forma visibile e che creò Adamo alla Sua immagine, così lo stesso Dio, quale Padre nel cielo, si è rivelato sulla terra nel Suo Figlio unigenito. Pertanto il Signore Gesù poteva dire: “Chi ha visto Me, ha visto il Padre…” (Giov. 14:9). Per redimerci, Dio si è rivelato in un corpo di carne: “E, senza alcun dubbio, grande è il mistero della pietà: Dio è stato manifestato in carne…” (1. Timoteo 3:16).
In molti passi dell’Antico Testamento troviamo la promessa della nascita del Figlio quale Redentore. Eccone alcuni: “Io sarò per Lui un Padre ed Egli sarà Figlio” (2. Samuele 7:14).
“Io annuncerò il decreto: Il Signore Mi ha detto: «Tu sei Mio Figlio, oggi Io T’ho generato»” (Salmo 2:7). “Signore, Tu Mi hai tratto dal ventre di Mia madre…” (Salmo 22:10-11).
“Egli M’invocherà, dicendo: «Tu sei Mio Padre, Mio Dio, e la Rocca della Mia salvezza». Io inoltre Lo costituirò Mio Primogenito, il più eccelso dei re della terra” (Salmo 89:26-27).
“Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un Figlio…” (Isaia 7:14). “Poiché un Fanciullo ci è nato, un Figliuolo ci è stato dato, e l’Imperio riposerà sulle Sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace…” (Isaia 9:5) – però mai: «Figlio eterno»!
“Ma tu, o Betlemme Efratah, anche se sei piccola… da te uscirà per Me Colui che sarà Dominatore in Israele…” (Michea 5:1).
Quando il tempo era compiuto, ecco che ciò avvenne. Così scrive Matteo subito nel primo capitolo: “Or tutto ciò avvenne affinché si adempisse quello che era stato detto dal Signore, per mezzo del profeta che dice (Isaia 7:14): «Ecco, la vergine sarà incinta e partorirà un Figlio, il quale sarà chiamato Emmanuele che, interpretato, vuol dire: ‹Dio con noi›»” (Matteo 1:22-23).
Nei capitoli 1 e 2 del Vangelo di Luca ci viene descritto con esattezza tutto ciò che è in relazione con la nascita del Figlio di Dio: “E l’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco tu concepirai nel seno e partorirai un Figliuolo e Gli porrai Nome Gesù (in ebraico: Yahshua)… Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà dell’ombra Sua; perciò ancora il Santo che nascerà, sarà chiamato Figliuolo di Dio”. … E Maria disse: «Ecco, io son l’ancella del Signore; siami fatto secondo la tua parola»” (Luca 1:30-31, 35, 38).
Una voce grida forte: «Ascoltate questo, voi popoli tutti!». Questa è l’ora della Verità! Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito ha da dire alla Chiesa: Solo ciò che sta scritto nella Bibbia è biblico e solo ciò che è stato insegnato e praticato dagli apostoli è apostolico. Il credo trinitario — erroneamente chiamato «Credo apostolico», venne formulato nell’anno 325 al Concilio di Nicea e definito nel 381 a Costantinopoli — non ha proprio nulla in comune con la confessione veramente apostolica della Chiesa primitiva. Al Concilio di Nicea, il Figlio è stato dichiarato quale seconda persona, al Concilio di Costantinopoli lo Spirito Santo quale terza persona della Deità. Già nel 385, pochi anni dopo, Geronimo fece un’aggiunta nella sua versione in latino della Vulgata al settimo versetto di 1Giovanni 5, cioè: “Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza nel cielo: il Padre, la Parola e lo Spirito Santo; e questi tre sono uno”. Trecento anni dopo gli apostoli, non era rimasto quasi più niente della loro dottrina.
Nella prima lettera di Giovanni, capitolo 5, versetto 7, nel testo originale in ebraico e in greco, sta scritto soltanto: “Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza…”, poi segue: “… lo Spirito, l’acqua e il sangue, e i tre sono concordi. [Oppure: “e i tre sono uno”]. Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è maggiore; e la testimonianza di Dio è quella che Egli ha reso al Figlio Suo” (1. Giovanni 5:8-9; Matteo 3:17; Matteo 17:5). L’apostolo Pietro poteva testimoniare: “E noi l’abbiamo udita questa voce che veniva dal cielo, quando eravamo con Lui sul monte santo” (2.Pietro 1:18).
Martin Lutero ha rigettato la traduzione Vulgata della Bibbia. Invece, John Wycliff ha tradotto dalla Vulgata in lingua inglese e, perciò, si trova ancora oggi il testo aggiunto nella versione del «Re Giacomo».
Anche se viene annotato a pié pagina che questo testo dei tre nel cielo non sta scritto nell’originale, tuttavia si può leggere quest’aggiunta in tutte le traduzioni che risalgono alla Vulgata. Nelle edizioni in lingua tedesca, che sia per esempio nella versione «Zürcher Bibel» del 1535 o nella Bibbia di Lutero del 1543 e fino ad oggi, che Dio sia ringraziato, troviamo una resa fedele del testo originale.
La Bibbia consta di due Testamenti, l’Antico e il Nuovo. Nulla deve essere aggiunto, nulla deve essere cambiato ad un testamento. L’apostolo Paolo scrive: “Fratelli, io parlo secondo le usanze degli uomini: quando un testamento è stato validamente concluso, pur essendo soltanto un atto umano, nessuno lo annulla o vi aggiunge qualcosa” (Galati 3:15).
Alla fine del Nuovo Testamento, in Apocalisse 22:18-19, sta scritto questo duplice avvertimento: “Io lo dichiaro a chiunque ode le parole della profezia di questo libro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i flagelli descritti in questo libro; se qualcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dell’Albero della vita e della santa Città che sono descritti in questo libro”.
Nel quarto secolo, quando sorsero delle chiese cristiane, ogni dottrina biblica venne abolita e Gesù Cristo, il Redentore, divenne di secondaria importanza. Neanche una delle decisioni dei Concili o dei dogmi che sono stati proclamati nel corso della storia della chiesa è biblica. Inoltre, la Bibbia non sa nulla di un vicario di Cristo o di un successore di Pietro. La chiesa cattolica ha dato una diversa interpretazione delle parole di Gesù in Matteo 16:18 riferendole alla carica del Papa. Ma lì, il Signore Gesù non ha detto a Pietro: “… su te Io edificherò la Mia Chiesa…”, ma: “… sopra questa roccia Io edificherò la Mia Chiesa” — e la Roccia è Gesù Cristo.
Una voce grida forte: «Udite questo, voi popoli tutti»: Nessuna chiesa statale o altra è la Chiesa edificata da Cristo, il Redentore, né la cattolica né la ortodossa, né la copta né la caldea, né la siriana né l’egiziana.
Tutte sono delle chiese cristiane, ma non la Chiesa di Gesù Cristo. La Chiesa di Gesù Cristo consta soltanto di credenti scritturali, cioè che credono così come dice la Scrittura. Il tragico è che ogni chiesa, anche quella anglicana e quella luterana, trasmette ai loro membri l’impressione che la loro salvezza sia garantita. Ma, fino ad oggi, nessuna chiesa ha salvato qualcuno. Tutte le persone, però, di tutte le chiese e religioni, possono essere salvate tramite la fede in Gesù Cristo, tramite la personale esperienza di salvezza della conversione: “Ravvedetevi dunque e convertitevi, affinché i vostri peccati siano cancellati…” (Atti 3:19).
Gli imperatori, i re e i dominatori hanno determinato la religione di un paese. Così il mondo è stato diviso in religioni: qui il buddismo, là l’induismo, lo scintoismo; qui i sunniti, là i schiiti, laggiù gli aleviti e gli alawiti; qui i cattolici, là i protestanti. In Asia e in Africa, i capotribù hanno stabilito la religione. Dio, però, non è in nessuna religione. Dio si è rivelato soltanto in Gesù Cristo, e soltanto in Lui, nel Redentore, possiamo incontrare Dio: “Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con Sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione…” (2. Corinzi 5:19).
Nelle chiese cristiane, la fede in Gesù Cristo che reca salvezza è stata sostituita dai sacramenti, benché la Bibbia testimonia chiaramente della fede personale: “Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato” (Marco 16:16). Secondo la dottrina della chiesa, l’aspersione, cioè il versare acqua sulla fronte di un lattante o di un adulto, dovrebbe essere la nuova nascita d’acqua e di Spirito (Giovanni 3:5), ma, in realtà, non lo è affatto. L’aspersione risale a Costantino che, nell’anno 337, giacente sul letto di morte, fu asperso tre volte sulla fronte dal vescovo Eusebio che, quale primo, ha usato la formula trinitaria «nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» e, così, Costantino dovrebbe essere diventato cristiano, però, fino alla sua morte, ha invocato «Sol», il dio del sole.
Anche la Santa Cena, ossia la Comunione, è stata interpretata in modo totalmente diverso, benché fosse descritta in modo più che chiaro in 1. Corinzi 10:14-22: “Il calice della benedizione, che noi benediciamo, non è forse la comunione con il Sangue di Cristo? Il pane che noi rompiamo, non è forse la comunione con il Corpo di Cristo? Siccome vi è un unico pane, noi, che siamo molti, siamo un Corpo unico, perché partecipiamo tutti a quell’unico pane”.
Non sta scritto assolutamente niente nella Parola di Dio di una trasformazione del pane, ossia dell’ostia nel Corpo di Cristo e neanche del vino nel Sangue di Cristo. Al contrario: Il nostro Signore disse: “Io vi dico che d’ora in poi non berrò più di questo frutto della vigna, fino al giorno che lo berrò nuovo con voi nel Regno del Padre Mio” (Matteo 26:29). In 1. Corinzi 11:23-34 sta anche scritto: “Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché Egli venga”. Il riformatore svizzero, Ulrico Zwingli, ha rigettato la dottrina della transustanziazione durante il sacrifico della messa e ha difeso il punto di vista biblico: «… E dunque la messa è in fondo nient’altro che una negazione dell’unico sacrificio e della passione di Gesù Cristo e un’idolatria maledetta» (Catechismo di Heidelberg, Domanda 80).
Cristo non deve essere sacrificato di nuovo quotidianamente dal sacerdote, ma Egli si è sacrificato una volta per sempre e ha compiuto la redenzione valida in eterno. Così sta scritto nella Parola di Dio: “Ma Cristo… entrò una volta per sempre nel santuario, non con sangue di capri e di vitelli, ma col proprio Sangue, avendo acquistato una redenzione eterna” (Ebrei 9:12). Amen.
“… quanto più il Sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offerse Se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la vostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!” (Ebrei 9:14).
“Per mezzo di questa volontà, noi siamo santificati mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre” (Ebrei 10:10). Amen.
La Bibbia non conosce né beatificazione né canonizzazione dei morti. Nel Sermone sul Monte (Matteo cap. 5), il Signore Gesù ha dato ai credenti viventi nove beatitudini; una di queste è: “Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio”, e così via. Per i Suoi veri discepoli vale ancora oggi: “Ma beati gli occhi vostri, perché vedono; e i vostri orecchi, perché odono!” (Matteo 13:16).
“E avverrà che chiunque avrà invocato il Nome del Signore sarà salvato” (Atti 2:21).
“Beato e santo è colui che partecipa alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la morte seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con Lui quei mille anni” (Apocalisse 20:6).
Così la vergine Maria, che aveva trovato grazia agli occhi di Dio, è stata chiamata beata per la sua fede: “Ora, beata è colei che ha creduto, perché le cose dettele da parte del Signore avranno compimento” (Luca 1:45).
Benché eletta per essere la madre del Redentore, anche Maria dovette sperimentare il battesimo dello Spirito Santo il giorno di Pentecoste.
In Atti 1:14 viene menzionata per l’ultima volta insieme ai 120 che erano radunati per la preghiera nell’alto solaio: “Tutti questi perseveravano concordi nella preghiera, con le donne, e con Maria, madre di Gesù, e con i fratelli di Lui”. Il concetto «madre di Dio» non esiste affatto nella Bibbia.
Elisabetta disse: “Come mai mi è dato che la madre del mio Signore venga da me?” (Luca 1:43).
Nessuna dottrina, nessuna pratica, nulla nella chiesa dell’impero concorda ancora con Dio e con la Parola di Dio. Ogni dottrina è stata cambiata e soltanto decorata con delle citazioni bibliche. Ecco che non servono neanche alcune dichiarazioni come per esempio: «Non può avere Dio per Padre chi non ha la chiesa per madre». La Bibbia non sa nulla di una assunzione corporale di Maria, neanche di apparizioni di Maria, al contrario, la Bibbia testimonia: “Or nessuno è salito in cielo, se non Colui che è disceso dal cielo, cioè il Figlio dell’uomo che è nel cielo" (Giovanni 3:13).
La Bibbia non sa neanche nulla del fatto che è mediatrice. Sta piuttosto scritto: “Infatti c’è un solo Dio e anche un solo Mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù Uomo” (1. Timoteo 2:5). Di Maria quale interceditrice, non se ne parla affatto, bensì: “Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il Giusto. Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo” (1. Giovanni 2:1-2). Amen.
Lo sviluppo tragico ha preso il suo corso dal riconoscimento del Cristianesimo quale chiesa di Stato. Con l’introduzione della dottrina della Trinità, le parole dell’ordine di missione di Matteo 28:19, dove si tratta del Nome del Patto neotestamentario, in cui Dio si è rivelato quale Padre nel Figlio e tramite lo Spirito Santo, Nome in cui deve essere battezzato, sono state stabilite quale formula: «nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo», formula totalmente estranea alla Bibbia.
Per la Chiesa di Gesù Cristo vale ancora oggi: “E qualunque cosa facciate, in parola o in opera, fate ogni cosa nel Nome del Signor Gesù, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di Lui” (Colossesi 3:17).
Ora viene preteso dai Giudei di riconoscere la «Trinità». Non potevano assolutamente accettare un Dio uno e trino, oppure quale triade, perché già il primo comandamento uscito dalla bocca di Dio era: “Io sono il Signore, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dèi oltre a Me. Non farti scultura, né immagine alcuna…” (Esodo 20:2-4). “Sappi dunque oggi e ritieni bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli, e quaggiù sulla terra; e che non ve n’è alcun altro” (Deuteronomio 4:39).
Con l’introduzione della confessione di fede trinitaria iniziò anche la persecuzione dei Giudei. Furono maledetti ed etichettati come assassini di Cristo e di Dio. «Vendichiamo la morte del Crocifisso su loro!» fu annunciato ad alta voce. Nel 321 fu vietata ai Giudei l’osservanza del sabato e dovettero osservare la domenica; le sinagoghe furono trasformate in stalle per il bestiame.
La storia della Chiesa dimostra l’enorme differenza tra la Chiesa di Gesù Cristo e la chiesa ufficiale dell’impero tramite la seguente dichiarazione: «Papa e imperatore quali portatori di un ordine mondiale cristiano» (Grosse illustrierte Kirchengeschichte, pag. 74). «A questa sua autorità (del Papa) appartengono due spade, la spirituale e la temporale – così insegna l’Evangelo (Luca 22:38). … Entrambe le spade appartengono dunque all’autorità della chiesa, la spirituale e la temporale. Però una è per la chiesa, l’altra è da condurre dalla chiesa: una tramite la mano del sacerdote, l’altra dai re e soldati, tuttavia secondo l’incarico e l’approvazione del sacerdote» (Grosse illustrierte Kirchengeschichte, pag. 94).
Ci rendiamo conto del loro totale accecamento: Le due spade che un uomo portava su di sé (Luca 22:36-38) che vengono citate in relazione con le sofferenze di Cristo, furono usate indebitamente quale giustificazione per l’esercizio del potere. Come era possibile che da ciò si arrivò alla conclusione che siano state date alla chiesa due spade, vale a dire la spirituale e la temporale? Il Redentore stesso, in questo contesto, diede la dichiarazione che sarebbe stato giustiziato come un malfattore: “Perché Io vi dico che in Me dev’essere adempiuto ciò che è scritto: «Egli è stato contato tra i malfattori. Infatti, le cose che si riferiscono a Me, stanno per compiersi»” (Luca 22:37).
Alla Chiesa di Gesù Cristo è stata data soltanto «la Spada dello Spirito» che simboleggia la Parola di Dio: “Prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la Parola di Dio” (Efesini 6:17) — però mai si è trattato di una spada temporale! La Chiesa di Gesù Cristo non ha mai perseguitato altre, ma essa stessa è stata perseguitata; ciò lo dimostra la storia. Agli apostoli il Signore disse: “Ricordatevi della parola che vi ho detta: «Il servo non è più grande del suo signore». Se hanno perseguitato Me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la Mia parola, osserveranno anche la vostra” (Giovanni 15:20). Il nostro Redentore ha aggiunto ai 10 comandamenti ancora uno: “Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come Io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri” (Giovanni 13:34).
Tramite la “dottrina delle due spade” della chiesa, il comandamento: “Non uccidere!” è stato abolito e l’uccidere è diventato un comandamento. I papi usarono la spada terrena e tutti coloro che non si piegarono erano abbandonati in balia della morte. Chi legge il discorso che papa Urbano II tenne il 27 novembre 1095 a Clermont e in cui incita i crociati ad uccidere tutti i nemici, rimane colpito. Ai crociati furono garantiti il perdono e la remissione dei loro peccati. Nel 1099, quando l’esercito conquistò Gerusalemme, diecimila Giudei e Musulmani e altri furono assassinati. Durante le sette crociate, tra il 1095 e il 1272, milioni subirono la stessa sorte. La cristianizzazione forzata, l’inquisizione, la persecuzione delle persone di credenza diversa, la condanna al rogo delle streghe fino all’assassinio di migliaia di Ugonotti in Francia in una unica notte, cioè dal 23 al 24 agosto 1572: Tutto ciò avvenne «in onore della santissima Trinità», «nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo».
Una voce grida forte: In tutti i tempi ci furono anche dei risvegli spirituali. I veri credenti scritturali erano sempre esposti alle persecuzione da parte della chiesa e abbastanza spesso abbandonati alla morte, sia che fossero gli Albigesi, i Valdesi, i Catari, i Fratelli Boemi e altri.
Così anche Jan Huss, a cui la Parola di Dio era diventata particolarmente preziosa, fu arso sul rogo il 6 luglio 1415 a Costanza mentre i padri del Concilio lo deridevano. Il suolo è stato impregnato con il sangue dei martiri. La colpa di cui si sono caricati i papi romani è unica sulla terra: “In lei è stato trovato il sangue dei profeti e dei santi e di tutti quelli che sono stati uccisi sulla terra” (Apocalisse 18:24). Al giudizio finale saranno riconosciuti colpevoli davanti alle vittime che loro stessi fecero assassinare in massa.